Il contrasto presente in un'immagine, vale a dire la differenza tra le parti più chiare e le parti più scure dell'immagine con tutte le variazioni dei toni intermedi. Un'immagine si dice piatta quando ha una gamma tonale compressa, cioè quando c'è poca differenza tra le aree chiare e quelle scure. In fotografia la gamma tonale viene misurata in diaframmi o stop (in questo caso usati come sinonimi), dove ogni stop corrisponde a un raddoppio della luminosità. L'occhio ha una gamma tonale di 16 stop, cioè percepisce oggetti che hanno una differenza d'illuminazione di 2^16 (rapporto di contrasto 65000:1). Uno CCD lineare, del tipo usato sulle macchine professionali, ha una gamma tonale di 10 stop (1024:1), perciò riesce a riprendere un soggetto nero in ombra assieme a un soggetto bianco che sia direttamente sotto la luce del sole. Una pellicola negativa ha una gamma tonale di 9,5 stop, cioè riesce a mostrare una scena con oggetti che sono 700 volte più luminosi di altri. Una buona fotocamera digitale ha una gamma tonale di 8 stop (256:1), sufficiente per rappresentare un soggetto colpito da una forte luce solare su un lato e da una tenue luce diffusa sull'altro lato. Una diapositiva arriva a 6 stop (64:1) che corrisponde anche alla gamma tonale riproducibile con una stampa su carta fotografica. La stampa fotografica, tuttavia, ha una minore ricchezza di colore rispetto alla diapositiva. Le diapositive hanno perciò una minore capacità di rilevare dettaglio nelle zone nere dell'immagine. Una stampa su libro si ferma a 5 stop (32:1), che corrisponde alla gamma tonale di una fotocamera digitale di tipo economico. Nella stampa, in ogni caso, la ricchezza di colore diminuisce ulteriormente, e il valore scende ancora quando infine si stampa su riviste e su quotidiani (questi ultimi offrono la peggiore riproduzione in assoluto e la minore gamma tonale possibile).